sabato 11 febbraio 2012

MUSICOTERAPIA NADA YOGA - suono e energia







Nei repertori musicali delle tradizioni popolari si tramandano i miti, le usanze di un popolo. Nella tradizione Vedica dell'India la conoscenza musicale si è sviluppata in un sistema modale molto complesso, dove il musicista utilizza uno specifico Raga per ottenere, tramite il suono, un movimento di energie emozionali e psicologiche nell'ascoltatore.
Ogni Raga fa riferimento a un insieme di note tra cui sette shudda swara e cinque komal swara (Sa – Ri – Ga – Ma – Pa – Dha – Ni, corrispondenti alle sette note del sistema occidentale e le cinque alterazioni in chiave, diesis o bemolle), più dieci shruti o microtoni; 22 note che combinate diversamente generano le 72 scale teoriche del sistema Melakartha, dalle quali originano i Raga.

Il sistema Melakartha del sud India, che anticamente associava ogni Raga anche alle ore del giorno, si dice derivi dalla confluenza di cinque sorgenti: le leggi matematiche, l'ispirazione dei mistici, l'immaginazione dei musicisti, il folclore del luogo e l'idealizzazione dei poeti.
Nel Melakartha, come nella musica mediterranea, viene fatto un uso predominante di scale composte da sette note più una, l'ottava. Stabiliti il centro tonale e il Tala (ciclo ritmico da rispettare) il musicista ha il compito di incarnare e comunicare, tramite l'ispirazione e l'esecuzione spontanea, il significato e il moto emozionale specifico del Raga eseguito; difatti ad ogni Raga è associato uno stato emotivo che può essere evocato dalle combinazioni melodiche permesse dalla scala usata.

Nove sono i sentimenti o Rasa che generano tutte le sfumature emozionali: Shrinagara: amore, erotismo, sensibilità per la natura, Hasya: gioia, allegria, Karuna: dispiacere, Rudra: rabbia, collera, Veer: eroismo, dignità, Bhayanak: terrore, Bibhasta: disgusto, Adbhuta: divertimento e Shanta: serenità, calma.

Nel Nada Yoga (Nadha o Naad), lo yoga del suono ristrutturato sistematicamente da Sri Vemu Mukunda, si giunge all'essenza del concetto definendo la risonanza emozionale di ogni intervallo musicale all'interno di un ottava.
Le tecniche di musicoterapia Nada Yoga permettono infatti di dirigere coscientemente le energie sottili, veicoli di pensieri ed emozioni, utilizzando il canto di precise scale. L'energia coinvolta nel processo di emissione della voce, attraverso il percorso degli intervalli coinvolti nella scala utilizzata, appare capace di far emergere, trasformare e risolvere malesseri psicofisici, stati opprimenti e energie stagnanti. Si rivelano così la potenza delle vibrazioni vocali come espressione della nostra essenza, e i contenuti emotivi dei singoli intervalli musicali come l'alfabeto di un linguaggio assoluto, rivolto alla mente profonda, primitiva e acritica.
Qualunque sia la nota di partenza, sarà il suo rapporto con le successive a delinearne il carattere sia in senso “orizzontale”, sequenziale e melodico, che in senso “verticale”, sincronico e armonico.
Un individuo può avvertire un rapporto diretto con intervalli tesi e dissonanti, ma una sequenza musicale dissonante che si conclude in modo armonioso darà una soddisfazione emotiva sia all'ascoltatore che all'esecutore.

Per l'ottenimento di un risultato terapeutico con questo sistema, una scala viene cantata a partire da quella che è chiamata la tonica personale, una nota individuale che è il nostro centro tonale e che è possibile individuare. Da questa vibrazione centrale l'energia viene spostata verso l'alto o verso il basso tramite il canto (nella metodologia idonea al caso), rispettando la struttura della scala designata, il ritmo personale, la postura, il respiro e l'atteggiamento mentale adeguato. E' così possibile "agganciare" una condizione emotiva limitante o disturbante e accompagnarla ad una sua possibile risoluzione: colui che canta evoca una particolare emozione grazie alle risonanze degli specifici intervalli, quando l'energia di tela emozione è attivata si prosegue il canto della scala inserendo quegli intervalli che permeteranno di sperimentare in prima persona come tale condizione possa svilupparsi e risolversi.

In senso più ampio, il Nada Yoga comprende tutti i metodi che utilizzano il suono, il canto e la musica come mezzi per l'incontro con sé, la cura e la crescita personale.



Nelle pratiche di nada yoga il centro tonale, la nota fondamentale, il SA che è diverso per ogni individuo, vibra all'ombelico, il centro del corpo; per la filosofia yogica, che interpone un sistema di corpi energetici a quello fisico, è la sede del Brahma Granthi, descritto come la radice della forza vitale. E' il primo importante nodo energetico nel canale centrale che risiede nell'asse centrale del corpo, è causa di possessività e inerzia, una volta sciolto porta a una condizione di calma assoluta e presenza a se stessi. Il secondo nodo è chiamato Vishnu Granthi, collegato al plesso cardiaco, copre un'intervallo di quinta dalla nota fondamentale ed è responsabile degli attaccamenti emotivi e dell'ambizione, se liberato genera compassione e apertura verso l'altro.
Shiva Granthi, terzo nodo, collocato nel centro frontale in corrispondenza di Ajna Chakra , vibra all'ottava della fondamentale e richiede l'abbandono della percezione duale, per progredire ulteriormente nella pratica spirituale.
Un'ottava sotto copre la parte bassa del corpo, dall'area dei genitali, ai piedi, alla terra; un'ottava sopra raggiunge e và oltre la sommità del capo.

Il profilo che deriva dalla tonica personale e il modo in cui questa si stabilisce nell'individuo hanno alcuni punti in comune con il concetto di identita sonora (ISO) ampliamente utilizzato nella musicoterapia moderna. La tonica personale indica però una nota, una frequenza che, per quanto subordinata ai condizionamenti familiari, sociali e culturali del caso, utilizziamo abitualmente in modo naturale e spontaneo; questa può modificarsi e cambiare nel tempo, con l'età e lo sviluppo della consapevolezza, rappresenta comunque uno stato di quiete, un punto di partenza e ritorno nelle pratiche di nada yoga.

Il fulcro di queste tecniche è quello di intendere la vibrazione sonora come veicolo della coscienza; la voce può essere direzionata all'interno e all'esterno del corpo, con la corretta intonazione e soprattutto con la corretta intenzione si possono attivare potenti risonanze che vengono tradotte con l'affioramento di contenuti inconsci, veri e propri pacchetti di energie represse, dimenticate o imprigionate. La condizione originaria di ogni individuo è nell'armonia e nell'equilibrio naturali; certo è che nell'habitat e con le usanze dell'uomo moderno è una condizione non facile da mantenere.

La vibrazione sonora contiene l'informazione armonica nella sua stessa struttura e il graduale espandersi del suo utilizzo a finalità terapeutiche (tramite le tecniche vocali e strumentali, il massaggio sonoro con le ciotole armoniche note come campane tibetane o con il didgeridoo) allarga la finestra su cui si affacciano i suoni di guarigione, custodi silenziosi dell'ordine naturale della creazione.


UN SUONO


 

I suoni sono quelle sensazioni percepite dal cervello tramite l’apparato uditivo, possono essere provocate da un qualunque corpo messo in vibrazione in un veicolo elastico; si dice elastico un oggetto che ha la capacità di deformarsi e di tornare alla sua condizione iniziale una volta cessata la causa che lo ha deformato. Tutti i corpi sono elastici, ma le corde tese, le membrane, gli oggetti metallici o in legno dimostrano una maggiore capacità elastica, non ha caso sono alla base del funzionamento della maggior parte degli strumenti musicali. L'aria è il veicolo elastico di tutti i suoni che ascoltiamo comunemente.
Le onde sonore, che nell'aria si propagano alla velocità di 340 metri/sec, nell’acqua a 1435 metri/sec e nel ferro a 5127 metri/sec, sono formate da pressioni e depressioni che si succedono a intervalli regolari di tempo e vengono tradotte in variazioni di corrente elettrica una volta giunte all’orecchio (organo del Corti), veicolate poi dal sistema nervoso giungono al cervello in forma di sensazioni acustiche.
Le caratteristiche che contraddistinguono i suoni sono l’altezza, l’intensità e il timbro.

L’altezza di un suono è determinata dalla frequenza, ossia dalla velocità delle oscillazioni in un dato tempo; più le oscillazioni sono rapide e più il suono è alto, con oscillazioni lente avremo suoni più bassi (“acuti” e “gravi” nel linguaggio musicale). La frequenza è misurata in Hertz (1Hz =1 ciclo/secondo), l’orecchio umano è in grado di riconoscere come suono le onde comprese indicativamente tra i 16 e i 20.000 Hz, i suoni con frequenza inferiore ai 16 Hz vengono chiamati infrasuoni, quelli superiori ai 20.000 Hz ultrasuoni; alcuni animali grazie ad apparati uditivi più sensibili, come i cani, i gatti, i pipistrelli e i delfini sono in grado di captare gli ultrasuoni, mentre altri come gli elefanti, i rinoceronti, le balene e gli alligatori sono più sensibili agli infrasuoni.

L’intensità è quella caratteristica che ci permette di distinguere suoni forti da suoni deboli, ciò che comunemente chiamiamo volume, viene misurata in Decibel (Db) e corrisponde alla pressione generata nel mezzo di propagazione (generalmente l’aria). La pressione necessaria per rendere un suono udibile all’orecchio umano varia con la frequenza dell’onda, più il suono è acuto (maggiore frequenza) e minore è l’intensità necessaria.

Il timbro ha a che fare con la forma dell’onda sonora, è “il colore” del suono, e ci permette di distinguere due diversi segnali acustici anche a parità di altezza e intensità; le stesse note suonate da differenti strumenti musicali hanno un timbro diverso e questo lo si deve alla differente combinazione di armonici (o ipertoni) presenti in quel suono.
In natura infatti non esistono suoni puri nel senso di onde sinusoidali singole, se uno strumento musicale producesse un suono puro la sua sonorità risulterebbe povera e vuota, priva di spessore. Un suono naturale, o quello di  uno strumento musicale o della voce umana è sempre un suono complesso, composto da vibrazioni di diversa frequenza, cioè da una serie di suoni puri sempre più acuti e meno intensi. Questi atomi sonori, gli armonici, spesso si sovrappongono secondo una precisa sequenza, detta progressione armonica; una sequenza molto importante per noi, in quanto ci rivela  che il suono possiede una disposizione interna, un'ordine strutturale che contribuisce a definirne il  carattere e il significato più di ogni altra caratteristica acustica. Quando un suono è regolare, e quindi fedele a tale ordine, ha il potere di incantare, di rapire l'attenzione e di emozionare, come nel caso della voce cantata o dei suoni musicali,     
Il timbro è influenzato, oltre che dalla combinazione di armonici, dall’ambiente in cui è prodotto e dall’evoluzione temporale del suono, cioè le variazioni di dinamica, che nel linguaggio musicale vengono chiamte inviluppi e descritte in quattro fasi: Attacco, decadimento, sostegno e rilascio.

1. Attacco – è il maggior responsabile dell’identificazione di un suono con la sua sorgente, corrisponde all'inizio del suono e dura fino al momento in cui il suono ha raggiunto la massima intensità, può essere immediato come in un pianoforte o una percussione, oppure graduale come in un crescendo eseguito su un violino.
Tutti i suoni hanno un attacco.
2. Decadimento - detto anche decadimento iniziale o primo decadimento, è presente pricipalmente negli ottoni, dove all'attacco (spesso sforzato) segue una breve e rapida diminuzione di ampiezza, prima che il suono si stabilizzi e subentri nella fase successiva oppure semplicemente si esaurisca.
3. Sostegno - è la fase in cui il suono rimane stabile mentre l'esecutore continua a fornire energia, come nel caso degli strumenti detti a evoluzione controllata (archi, fiati, voce…).
Ovviamente non esiste negli strumenti detti a evoluzione libera (chitarra, pianoforte, percussioni…).
4. Rilascio - detto anche decadimento finale - è la fase che inizia nel momento in cui l'esecutore smette di dare energia e il suono decade più o meno rapidamente.
Questa fase può essere anche molto lunga negli strumenti a evoluzione libera, mentre è di solito breve in quelli a evoluzione controllata.
Tutti i suoni hanno un rilascio.
Suoni rumorosi o rumori sonori?
Il tentativo di stabilire un netto confine tra suono e rumore ha sempre dato esiti poco soddisfacenti, da un punto di vista fisico si definisce suono una vibrazione regolare che mantiene inalterata la sua frequenza nel tempo, mentre per rumore si intende una vibrazione irregolare, con frequenze confuse e sovrapposte.
Lo stesso fenomeno fisico può però essere percepito diversamente da differenti soggetti, oppure dallo stesso soggetto in un differente momento se variano le sue condizione psicofisiche.
Ne deriva che un segnale acustico si intende come suono, che è ben definito e gradevole, quando ha un valore funzionale alla comunicazione trasmettendo informazioni utili e non interferisce con lo stato o con l’attività della persona; altrimenti come rumore, caotico, sgradevole, disturbante.
In questi termini si può notare come a volte definiamo rumore quello che fanno gli altri e suono quello che facciamo noi...

MASSAGGIO SONORO CON LE CAMPANE TIBETANE ARMONICHE


Tutto nell'universo vibra, ogni vibrazione genera altre vibrazioni secondo un ordine preciso (progressione degli armonici), in un infinito moto armonico di informazione e trasformazione.

Vibrazione e armonia sono i principi su cui si basa questo tipo di trattamento; la vibrazione è in effetti il veicolo di ogni informazione, e il Massaggio Sonoro con le Campane Tibetane Armoniche ha la caratteristica di trasmettere informazione di armonia.
Questi strumenti sono creati in modo da vibrare contemporaneamente a frequenze diverse ma in rapporto armonico tra loro, per questo motivo il suono che generano è così affascinante e piacevole; inoltre sono create in modo tale da poter trasmettere  facilmente la loro potente vibrazione una volta poste sul corpo. Il massaggio sonoro è quindi un trattamento vibrazionale, rilassante e utile per sciogliere tensioni e stress sia fisici che psicologici, ma è la componente armonica che implica benefici potenzialmente illimitati!

Armonia significa (dal greco) proporzione, disposizione, collegamento e indica un ordine, un'equilibrio tra le parti che compongono un'insieme o un sistema; nel linguaggio musicale l'armonia si esprime tramite rapporti matematici nella consonanza tra note diverse: accordi armonici danno un comune senso di piacevolezza, contrapposti ad accordi disarmonici e dissonanti, che tendono a disturbare e creare tensioni in chi li ascolta.
Quindi l'armonia è legata al piacere e alla bellezza, e nell'essere umano corrisponde ad una condizione di salute, sia fisica che emotiva e mentale. 

I suoni armonici trasmettono la loro informazione di proporzione armonica e naturale che viene riconosciuta per risonanza da ogni parte di noi, ad ogni livello, da quello molecolare a quello strutturale, biologico e funzionale, fino a coinvolgere gli aspetti della personalità nella dimensione psichica ed emotiva. Tale riconoscimento, implica la natura vibratoria ed armonica della nostra stessa essenza vitale.


Note pratiche:
Un trattamento con le campane armoniche generalmente ha la durata di 45/60 minuti, durante i quali gli strumenti vengono fatti vibrare sul corpo e nello spazio attorno con sequenza specifiche al caso. Teoricamente non ci sono limiti alla sua applicazione e con le dovute attenzioni può essere effettuato anche in gravidanza (con grande piacere del nascituro!).
Può essere applicato con il sostegno di altri mezzi come la voce, i diapason, il tocco manuale, i cristalli...
Solitamente si pratica sugli abiti, purchè privi di bottoni e zip che potrebbero ronzare fastidiosamente.
Naturalmente sono fondamentali le capacità di ascolto del terapeuta, la disposizione del paziente e le buone intenzioni di entrambi.

Personalmente ricevo pressi diversi studi tra Firenze e Arezzo (Firenze, Pontassieve, Incisa V.no, Terranuova B.ni, Montevarchi).
A questo link puoi trovare i contatti di numerosi ottimi operatori in diverse città italiane:
operatori massaggio sonoro

Tashi